Kunrad’s “Kleine Geluiden” reviewed by Music Map

Sin dai suoi primi anni di attività, Kunrad, artista olandese di stanza a L’Aia, ha creato composizioni e installazioni per restituire valore ai suoni più quotidiani.

Si inserisce in questo stesso solco anche la sua ultima fatica discografica (uscita per Crónica Records), “Kleine Geluiden”, che in italiano si potrebbe tradurre con “piccoli suoni”.

Ad alimentare la produzione, ancora una volta, c’è la grande passione per i field recordings: l’obiettivo è quello di catturare suoni sfuggenti e piccoli frammenti di tempo tramite l’uso di un ampio set di microfoni.

L’esperienza di “Kleine Geluiden”, nella mente dell’artista, dovrebbe somigliare a quella di un libro: l’ascoltatore è chiamato a pensare, immaginare e inventare nuove storie nei suoni, nelle pause, nei momenti più intensi come in quelli più morbidi.

L’apertura è affidata a “Brass & Sand”, in cui si distinguono in maniera limpida le vibrazioni e il suono della sabbia, anticipando il potenziale evocativo dei titoli come in “Stones & Water”, per celebrare le increspature dell’acqua e il suo percuotere la roccia.

Si sviluppa in tre movimenti diversi, invece, “Water & Paper Suite”, una sorta di campionario delle possibili interazioni tra l’acqua e la carta, mentre in chiusura c’è “Bridge & Hammer”, un pezzo dall’atmosfera più urbana che intende riflettere sui suoni delle strutture e dei luoghi (e magari anche dei non-luoghi) che attraversiamo su base quotidiana.

“Kleine Geluiden”, come un po’ tutta la discografia di Kunrad, rappresenta un ascolto decisamente poco convenzionale: è un’occasione di scoperta e riflessione, un esperimento pienamente riuscito, ma destinato a una nicchia. (Piergiuseppe Lippolis)

via Music Map