“King Glitch” reviewed by Neural

Di base ad Amsterdam lâislandese Heimir Björgúlfsson e lo svedese Jonas Ohlsson operando procedure click’n’cuts tessono trame ellittiche, battiti ondivaghi, meticci, con sonorità appena infuse d’accenni tecnoidi. Produzioni intricate ma ancora godibili, in parte già edite per una raccolta della Staalplaat, qui rafforzate con altre registrazioni effettuate durante un tour statunitense (tra Los Angeles e Las Vegas). Operazione perfettamente riuscita per compattezza d’insieme nonostante l’eterogeneità degli approcci che vedono mescolati droni pianistici, cadenze sintetiche, tastiere fuzzy, melodie ed altalenanti elettroniche. Sono ben nove su quattordici, pur non avendone affatto, di primo acchito, la percezione, le tracce sottoposte ad interventi di tipo vocale, affidate ad un drappello composito di specialisti che comprende i nomi di Gunnhildur Hauksdóttir, B.J.Nilsen, Magnus Monfeldt e Young Spanks. Il glitch citato nel titolo dell’album è ben assortito fra field recordings e digressioni liquide, ora più trattenute o quasi funky, indice di calibrato eclettismo. Ancora una volta la portoghese Crónica dà prova di lungimiranza comprendendo nelle sue proposte sperimentazioni assai valide, molto varie e contemporanee.

Aurelio Cianciotta

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