Questo è un lavoro di ricerca, musica sperimentale su commissione, tutto incentrato sulle potenzialità delle percussioni. @C + Drumming GP è il nome di questo progetto, diretto da Miquel Bernat e composto e prodotto da Miguel Carvalhais e Pedro Tudela. Prima di partire coi lavori, i membri del progetto si sono interrogati su cosa voglia dire “composizione”, cosa “programmazione”, e quali sono le connessioni tra questi due metodi produttivi. Incrociando i due concetti ed applicandoli alle percussioni, si ottengono i risultati dell’album “For Percussion”, uscito per Crónica Records. Leggete fino alla fine, e forse vi si aprirà un mondo, pian pianino.
“63” può apparire francamente snervante, nel suo insistere a ribattere un bordo della grancassa, e senza una struttura ritmica fissa. Questo perché si sono programmate a tavolino delle sequenze, poi performate con semi improvvisazioni, mischiando campionamenti a suoni sintetici, sfidando la macchina nei suoi limiti.
Già con “58” l’esperimento si fa più afferrabile: ci sono due marimbe e due computer, e la piacevolezza del suono intonato della marimba, aiuta a capire che succede. Le cellule melodiche di marimba sono brevi e ripetute, e modificate gradualmente; la composizione delle note è generata dal computer, e mentre quest’ultimo esegue la programmazione, loro giocano a modificarne i parametri. Ecco perché non si sente perfettamente un tempo costante. Metrica e ritmica sono due di tutti gli elementi modificati costantemente, per creare caos, e trovare impreviste simmetrie in mezzo al caos generato. Seguendo i percorsi imprevedibili che queste marimbe seguono, non ci si accorge neppure che passano venti minuti! È il fascino della matematica, e del desiderio di metterne alla prova le ferree regole. E più avanti sarà svelato cosa c’è dietro tutto questo.
“88” viene definita da loro una composizione “procedurale”. È in pratica un gioco di ruolo per due giocatori, e gli strumenti usati sono minerali e pietre. L’incipit è la disposizione degli stessi sassi, sulla quale si basano le regole attorno alle quali i giocatori inventano le modifiche, fino a creare una sovrapposizione di strutture. Com’è che si diceva dell’anarchia? Non è fare ciò che si vuole, ma darsi delle regole da soli, prima che te le diano gli altri. Ecco, è qualcosa del genere, tradotto in azione musicale.
Non ancora contenti di tutto questo, con “66” i due energumeni lasciano al computer pure la facoltà di generare cambi di tempo, e così si creano delle tessiture astratte e complesse di suoni sintetici, accanto alle programmazioni su diversi tipi di campane. Verso il settimo di questi dieci minuti, l’esperimento porta ad un’esplosione… sonora ovviamente. Senza feriti ovviamente, però come si dice, ecco i rischi dell’intelligenza artificiale!
Ecco la soluzione chiarificatrice. Per la suddetta “63”, ma anche per “88R”, il duo dichiara di ispirarsi a Frank Zappa, per la precisione ad un suo tipo di lavori, basati sul reframing. Zappa prendeva due musiche diverse, ad esempio un assolo di chitarra e uno di batteria, registrati in due momenti diversi, per canzoni diverse a tempi diversi, e le fondeva, costringendo chi ascolta, a seguire linee temporali simultanee. La chiamava “xenocronia”. Gli @C + Drumming GP mantengono la “continuità concettuale”. È un concetto cosmico.
Il tempo, come lo percepiamo noi in maniera lineare, scandito da secondi e minuti, è falso. Non c’è un prima o un dopo, ma un continuum costante. In “88R”, i rumori prodotti dagli oggetti sollecitati, creano un flusso che non si arresta, che diventa una vera e propria ambientazione avvolgente, un luogo sonoro dove sembra di entrare fisicamente. Se teniamo a mente questo, arrivati alla traccia di chiusura “66L”, possiamo capire che “For percussion”, come i lavori poliritmici in generale, rappresenta il cosmo e il suo caos, formato in realtà non da entità casuali, ma da diverse regolarità armoniche che convivono. (Gilberto Ongaro)
via Music Map