Chi ha giocato al primo ”Silent Hill”? Un videogioco del 1999 che si incentra sull’orrore psicologico, in cui un uomo si ritrova in una città fantasma, dove accadono cose inquietanti nella nebbia. “Silent Hill” è stato apprezzato anche da David Lynch, tanto per dire che di che atmosfere parliamo.
Miguel A. García, che si fa chiamare anche Xedh, è un direttore artistico di eventi di musica sperimentale, come lo Zarata Fest. Vive a Bilbao, e qui ci porta nelle viscere del suono con “Eraginie”, uscito per Crónica Records, album formato da quattro tracce di field recording. Il primo brano, “Vri seg” ci ambienta in un ipotetico videogioco, ambientato fra detriti spaziali. Frammenti di materia che vagano nel vuoto.
Anche la successiva “Harmattans” è così, ma c’è un fluido costante, che funge da collante degli elementi. Non c’è ritmo, ma micropulsazioni che rendono dinamico lo sviluppo acustico. Nei 14 minuti, gradualmente, accadono tante cose diverse, verso la fine si sentono in lontananza tasti di pianoforte, in mezzo a segnali radiofonici. “Roh” è un fangoso assemblaggio di battiti, sembra di ascoltare un organismo vivente dal suo interno, nei processi chimici e cellulari. Infine, “Stellaire” ci riporta quel “fluido” del secondo brano, un liquido cristallino in mezzo a ceneri di rumori sbriciolati.
È un viaggio intenso, scorrere e lasciarsi scorrere da questi suoni. Un’esplorazione della materia, di cui siamo composti e circondati, tradotta per l’udito. (Gilberto Ongaro)
via Music Map