Soundscapes ottenuti attraverso la rielaborazione di registrazioni effettuate in posti esotici della Norvegia come il ghiacciaio Brenndalsbreen o il lago Røsskleivvatnet, luoghi i cui soli nomi evocano boschi impenetrabili, oscurità e freddi artici. Behrens ha un modo tutto suo di plasmare le proprie composizioni, assai diverso da altri autori che in passato hanno sperimentato utilizzando le stesse fonti sonore (se pensi a “Portrait d’un Glacier” di Marchetti, ad esempio), riuscendo ad estrapolare l’anima nera dai suoni per diffondere un senso di totale impotenza di fronte alla forza di una natura ostile ad invincibile. Massimiliano Busti