Le colonne sonore sono parte fondamentale di un lm e spesso hanno decretato il successo della pellicola. Poi c’è chi scrive colonne sonore per lm immaginari come fa Barry Adamson e c’è chi estrae frammenti di queste musiche, le scompone e intorno crea un’atmosfera destrutturata fatta di una dark ambient dagli echi quasi jazz noir in formula del tutto sperimentale. L’israeliano Ran Slavin si distingue proprio per questo approccio e nel suo nuovo undicesimo capitolo trascina l’ascoltatore in un mondo parallelo ipnagogico, dove un’elettronica mai lineare si apre poi ad estratti di chissà quali lm di culto, magari anni 50, per creare un suggestivo percorso assolutamente poco convenzionale e proprio per questo convincente, soprattutto perché ben realizzato. INGEGNOSO. Gianluca Polverari