“Passeports” reviewed by Blow Up

Passeports
Molti sono i punti a favore de Mathias Delplanque all’analisi ravvicinata del sua nuovo album “Passeports”. Innanzittuo l’autore francese appare assai abile nella documentazione e nell’elaborazione dei materiali che costituiscono la struttura portante per i sette segmenti dell’album (si tratta di registrazioni sul campo relative all’ambito del trasporto: stazioni, porti, parcheggi e altre zone di transito, reali o metaforiche, come nel caso dei reperti intercettati in un call center di Nuova Delhi dal quale scaturiscono più che altro movimenti di parole ed emozioni). Inoltre l’impiego di tali materiali non risulta mai gratuito perché sempre in funzione di una narrazione, così il suono porta con sé memoria e memorie dei luoghi, un’anima, una storia, una suggestione magari fugace ma intensa. Robusta la massa ambient in cui tutto ciò viene racchiuso amalgamata da Delplanque in crescendo d’impatto quasi orchestral-sinfonico. (8/9) Nicola Catalano

Leave a comment