“Täuschung” reviewed by Music Club

Il compositore austriaco Davor Mikan realizza con questo “Tauschung” un concept esteso sulla memoria e sul ricordo, compilando trentuno microtracce elettroacustiche dove a prendere il sopravvento è la dimensione noise del suono. La suddivisione in titoli è onestamente arbitraria: tutti i pezzi – composti e rielaborati nel corso degli ultimi quattro anni – sono minimi frammenti sonori realizzati principalmente attraverso graphic-tool generativi e processati con software granulari, e l’album acquista un senso nella sua globalità, nell’ascolto completo e non certo nelle peculiarità delle composizioni in sé. L’autore si accorge del limite intrinseco della cosa, ed acclude allora delle note testuali che hanno influenzato la realizzazione e ne hanno motivato lo sviluppo. Senza questa linea guida, l’album mantiene un senso compiuto? Solo parzialmente, in verità. L’aspetto interessante della cosa è che le tracce possono essere interpretate come dei sigilli di cui l’autore stesso ha dimenticato il significato originale, e che acquistano quindi contenuti nuovi nel momento in cui riaffiorano a livello subconscio. Ma questo è un fattore che assume un valore per Davor Mikan, e certamente di meno per l’ascoltatore, a cui non rimane che confrontarsi con una materia che è sì compiuta , ma che anche non aggiunge nulla ad una branca sonora – quella elettro acustica di stampo concreto – in cui è difficile innovare se si sceglie la strada autarchica di Mikan. Un lavoro transitorio, mirato agli estimatori radicali del genere, che staziona in quel limbo tra la genuina ispirazione e la dubbia utilità.

Marco Castagnetto