“A Compressed History of Everything Ever Recorded, vol.2: Ubiquitous Eternal Live” reviewed by Blow Up

Questo Autodigest inizia a starmi parecchio simpatico. II primo volume della sua storia compressa di tutto quello che è stato registrato (BU#69) conteneva una poltiglia indistinta di noise digitale alternata da stasi ambientali, a significare il riassunyo, ‘velocizzato’ e iper-condcnsato, di tutti i materiali musicali registrati nella storia della musica (!), come se 1’autore avesse veramente riregistraro tutto quanto e messo in un’ora di tempo. Il bello è che ci sono stati recensori che ci hanno creduto. Ma questo, come dire?, è il bello di Internet…

Nella secunda parte della sua opera di ricognizione intorno alla musica il nostro amico passa all’ “Ubiquitous Eternal Live: spontaneous, improvised, slow crescendo by every audience ever hosted”, come da sottotitolo. Avete già indovinato cosa contiene il CD? Esatto: un’ora di (condensazione di) applausi e fischi di mille pubblici bercianti e vociferanti in attesa dei musicisti di turno. Pazzesco. Solo applausi, fischi e urla. Nelle note del primo CD Autodigest citava Baudrillard, qui tira in ballo la Società dello spettacolo di Debord. E a ragione. Autidigest ha compreso perfettamente cosa sono i tempi che stiamo vivendo e ha riassunto in un saggio in due parti l’idea di fine del mondo che ci trapassa la vita in questi anni. L’aspetto musicale conta zero, sia nel mondo esterno che per i suoi stessi CD: nel rimescolamento infinito della musica pop e nella banalità della cosiddetta ‘avanguardia’: è quanto dice nelle note, ed è importante. Per il primo disco scrivevamo che si trattava di un “segnale dell’imminente fine del mondo”; adesso il quadro è finalmente completo. E se quello valeva (~), questo è quanto meno da (~).

Stefano I. Bianchi

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