La decima uscita dell’etichetta portoghese Crónica sembra chiudere una prima fase dell’eccellente percorso produttivo intrapreso. Fin dal primo Hard Disk, infatti, lo spirito di sperimentazione con i parametri del prodotto discografico è stato tenuto sempre vivo. Il lavoro di selezione della label, pur partendo da glitch e minimalismi, ha privilegiato la messa in discussione della composizione di default del prodotto discografico che ruota intorno ad un elenco di tracce, interagendo con ultrasuoni, combinando due autori (split) su un singolo compact e soprattutto trattando la parte visuale con il peso che le compete, sia da un punto di vista statico (designer ospiti per le grafiche), che da un punto di vista dinamico con video e tracce interagibili accluse. Una cura mantenuta intatta nel tempo che consacra questi lavori alla loro indiscutibile contemporaneità . Anche in questo ‘v3’ si avvertono importanti segni di transizione, in cui la presenza organica di voci e l’eco di frammenti della realtà s’insinua fra le presenze elettroniche. Un’alchimia composita, fatta di suite tutte collegate fra loro in un’unica fluida narrazione in cui le schegge di suoni digitali si mischiano indistintamente con campioni e registrazioni d’ambiente. Una tecnica che si riflette pure nella dualità delle illustrazioni del booklet, che integrano il tratto ad inchiosto illustrativo dei disegni con oggetti, citazioni e concetti dell’interazione uomo-macchina. Una scelta di commistione di linguaggi che testimonia una fondamentale ad andare oltre i dogmi di genere e a sporcarsi con suggestioni diverse. La traccia in Shockwave, infine, che consente di dosare visivamente, e di conseguenza in maniera sonora, le gradazioni di due diversi algoritmi, fa emergere limpidamente la sensibilità femminile di Lia, presente nella liquidità delle simmetrie e degli accostamenti cromatici.