“Roha†reviewed by The Sound Projector
We’ve heard from Andreas Trobollowitsch some time ago in 2009 as one half of Nörz with Johannes Tröndle; their record for Schraum struck me as “disconnected electro-acoustic sounds…thrown into a cardboard box which is gently rattled aboutâ€. Trobollowitsch continues his explorations into electro-acoustic composition solo now, with Roha (CRÓNICA 105-2016). On these eight pieces, the starting point is always a conventional acoustic instrument or two, usually played by himself, though drummer David Schweighart helps on one track and Manuel Brunner plays the double bass on ‘zain’. He also makes use of feedback, electric fans, and some home-made instruments. Once recordings are captured, he uses them as “basic materials†to build a composition, through a process of combinations and edits and much careful selection.
This is pretty much the “standard†(if we can call it that) method of creating musique concrète as developed by Pierre Schaeffer from 1949 onwards, except that Trobollowitsch presumably doesn’t use magnetic tape but digital recording, like everyone else these days. He’s also not much for radical reworking or transformation of the sources, and it’s fair to say that for at least 50% of the time it’s quite possible to recognise many of his original sound sources, their acoustical organicness showing through and indeed blending into the digital twistiness. If I’m halfway right, this might place him at some distance from the current Canadian school of composers, who seem to use every digital effect at their disposal to create unrecognisable, alien, and over-processed sounds in their sweeping endeavours. This Viennese fellow by contrast has a certain starkness and precision to his sounds that the ear can engage with, and the air crackles with tension and dynamic force.
The actual compositions are not quite so bold; for some reason the ideas feel a little under-developed, quite often simply repeating the same basic structure which tends to contrast two or more unfamiliar sounds against each other, hoping that through this friction, the fur will fly. While the first 60 seconds produce a tingle, by the end of four minutes I’m wondering what he was trying to communicate. Despite this hesitancy, a good effort from Trobollowitsch. Arrived 11th February 2016. Ed Pinsent
New podcast: Durán Vázquez
Reduced, Reinterpreted, and reconstructed by Durán Vázquez at bedroom, Vigo (Galicia, Spain), early January 2016. Mastered by Durán Vázquez.
Using Beamrider (Activision, 1984), Demon Attack (Imagic, 1982), Dragon Defender (Ariola, 1984), Dragonfire (Imagic, 1982), Gravitar (Atari, 1983), Space Jockey (Vidtec, 1982), Star Wars Return of The Jedi: Death Star Battle (Parker Bros, 1983), Time Pilot (Konami/ Coleco, 1983). ROMs executed using Stella 3.9.2.
Three-Body Problem video program at Curtas
Three-Body Problem (video program preview) from Miguel Carvalhais on Vimeo.
The “Three-Body Problem†video program was premiered at the CD launch event in Passos Manuel, last May, and will now be shown in its entirety at the amazing Curtas, the short film festival in Vila do Conde. With music by @c (Pedro Tudela & Miguel Carvalhais), with guests Susana Santos Silva, Angelica V. Salvi, João Pais Filipe, and Ricardo Jacinto, the program includes videos for all the nine pieces in “Three-Body Problem”, directed by Miguel Leal, Rosi Avelar & Nardran Teluric, Nuno Tudela, Cristina Mateus, LIA, André Rangel, Marc Behrens, Rodrigo Carvalho, and Pedro Tudela & Miguel Carvalhais.
The “Three-Body Problem†session will happen on July 11 at 21h45, and several of the artists will be present. More info at festival.curtas.pt
“X-RUN-4 Prismatique†reviewed by Ondarock
Tedesco ma da tempo trasferito a Lisbona, il violoncellista Ulrich Miztlaff ha un impressionante curriculum di collaborazioni in progetti di ricerca elettroacustica e collettivi di improvvisatori, e di sonorizzazioni di audiovisivi, coreografie e installazioni: “Invisibility Of The Small Perceptions” (2008), “Pedrinez” (2009), “Stretto” (2014). Una di queste, “X-RUN-4 Prismatique” (improvvisata per il Laboratorio Nacional De Engenharia Civil di Lisbona), è stata anche incisa diventando di fatto il suo debutto discografico solista.
È così possibile isolare e tastare con mano il modus (a un tempo isterico e meditato) del violoncellista. L’elettroacustica di “X-One” nasce da fruscii indistinti fino a ergere stecche che esplorano timbri ai limiti del conosciuto, incarnando folk e armonici aborigeni. Altri elementi folkloristici, una sorta di polka russa, emergono nella sonata per soli stridori di “X-Two”. La doppia “RUN-One”, una delle più virtuosistiche, prevede un pizzicato tarantolato e un tremolo indiavolato.
Il cuore è ovviamente “4-One” (venti minuti), con un’altra introduzione concreta di rumore bianco che si sfoga in un repertorio di tecniche quanto più distanti dall’accademia, dagli “assoli” per polpastrelli sfregati sul legno all’archetto “preparato” con le unghie dell’esecutore, facendo risuonare lo strumento come un fiato da camera, strillare come una bestia sgozzata, sibilare come un allarme nucleare. Vi è comunque anche una parte in qualche modo classicheggiante, un cupo informe fugato che degenera via via in scale fradice di armonici e dissonanze.
Registrato in due tranche nel 2014, supportato dall’ingegneria e la coreografia di Paula Freire per la dinamica dell’installazione, una sorta di nuova antologia in negativo dei codici per lo strumento solista. Dal serialismo si passa al puro gestualismo, in un’aura quasi sacrale. Sotto il segno di Anthony Braxton si transita dalle convezioni del free-jazz al livello più primordiale di plasma sonoro. Un filo rosso lo collega alle suite per violoncello di Bach. Michele Saran
via Ondarock
“Three-Body Problem†reviewed by Blow Up
“Three-Body Problem†è il sedicesimo album di @c, duo portoghese. Parte, come il precedente “Ab OVOâ€, da uns pièce su Anaïs Nin (“Agapornisâ€), per il teatro delle marionette di Porto. Attraverso uns serie di collaborazioni e rielaborazioni @c sono arrivati a maturare, dopo una gestazione di oltre due anni, delle composizioni dalla trama apparentemente sghemba ma molto elaborata e per nulla intellettualoide. Si inizia con Bacchanale, un pezzo di dark ambient impregnata o imbastardita di dub, che parte quasi titubante fino a che affiora un basso pulsante, quasi un martello pneumatico, su cui si intessono rumori assortiti. Pace è al contrario, un susseguirsi giocoso di percussioni e rottami, con un abbozzo di melodia e degli squarci lirici degni del più incantato Nuno Canavarro. Con Advent l’atmosfera si rifà più cupa e pesante, quasi funerea, come une ambientazione do qualche tragedia greca perduta. Sleep richiama qualcosa di destrutturato, riassemblato e lasciato andare, su cui ogni tanto riaffiora un nun so che di fiati (nel senso di respiri) e voci, improbabili ma convincenti suggeritori oracoli. Transcendence ci trasporta in un chiaro di bosco, in cui l’eco lontano di suoni urbani si disperde in suoni bucolici, con un’arpa a cantare, novella ninfa. Un pezzo incantato, che quasi plana nel successivo silente Cage in cui l’arpa si trasforma in tromba e gioca con i cembali. Il tempo sospeso continua con la vibratile Prophecy in cui al suono caldo i tintinnante dei legni si affianca una scura voce gutturale, con un contrabbasso a raggomitolare le sue linee confuse. Reduction/Reflection É un ritorno alla magia, quasi una danza sospesa, leggermente svagata, vuota di sé, lasciandosi trasportare dal fruscio cigolante di una ruota. Tutto è poi ripreso nella finale Collapse, con la differenza che se prima l’andamento era più “da cameraâ€, qui è più “sinfonicoâ€. Ciò che colpisce nel disco è la leggerezza di tocco nel passare da atmosfere e suoni diversi, un susseguirsi di gorgoglii, tintinnii, crepitii, percussioni, pieno di deviazioni, incursioni, apparizioni, pause e sorprese, su cui d’incanto affiorano stupite linee melodiche, ignare di sé. L’attitudine è ora giocosa ora contemplativa mai superficiale pur giocando alla superficie e con la superficie dei suoni. Probabilmente la musica più vicina al mimo che conosca. Girolamo Dal Maso
Futurónica 169
Episode 169 of Futurónica, a broadcast in Rádio Manobras (91.5 MHz in Porto, 18h30) and Rádio Zero (21h GMT, repeating on Tuesday at 01h) airs tomorrow, June 24th.
The playlist of Futurónica 169 is:
- Stephan Mathieu, Alap for Steel Needle, Record and Theorbe (2016, Radiance Subscription Series, Schwebung)
- Stephan Mathieu, Alap Tape Loop (2016, Radiance Subscription Series, Schwebung)
You can follow Rádio Zero’s broadcasts at radiozero.pt/ouvir and Rádio Manobras at radiomanobras.pt.
“Roha†reviewed by Silence and Sound
Membre des duos Nörz et Acker Velvet, Andreas Trobollowitsch emprunte aux objets leurs sonorités intrinsèques, pour créer des champs magnétiques aux tourneries cataclysmiques, explosant les notion d’outil et d’instrument.
Sur ROHA l’électro-acoustique sème le trouble, empruntant au quotidien ses sources soniques pour se voir transformer en drones persistants et insistants, percutant nos oreilles à coups de bruitages métalliques. Les percussions au chaos ordonné, montent et descendent sur des estrades boisées, où cloches, pianos et parasitages divers et variés, hantent chaque recoin de cette oeuvre accaparante.
L’album d’Andreas Trobollowitsch n’est pas sans évoquer les recherches de Matmos, Radian matinées de Mathias Delplanque et de Pan Sonic, où les frigos deviennent des entités à part entière, où les bols prennent vie pour construire des mélodies échappées d’un univers rampant, aux autoharpes spectrales évadées d’un film aux relents horrorifiques.
Les climats construits à coups de field recordings, savamment travaillés et agencés, sont l’expression d’un art acharné de la dé/re/construction de l’espace, où chaque fragment fait partie d’un puzzle gorgé d’abstraction organique et de viscéralité charnelle. Un album poussant à la réflexion. Fascinant de bout en bout. Roland Torres
New release: Ulrich Mitzlaff’s “X-RUN-4 Prismatiqueâ€
Crónica is proud to present a new work by Ulrich Mitzlaff! X-RUN-4 prismatique is a site specific recording created in a huge hall situated near the Lisbon Airport runway. All the random sounds generated by the proximity to the runway enter the recording as they happened and are an essential contribute to the music that intentionally integrates these sonorities and the sonic characteristics of the surrounding space. X-RUN-4 prismatique is almost like an audio phonic, musical radio play formed by totally free improvised sonic expressions and the playing of the violoncello with the idea of a global sound resource itself. The percussive interventions are created by accidently found materials and objects of the space. All the music is played in the moment as real time composition – just as free instant music.
Recorded on November 30th and December 21st 2014 at the National Civil Engineering Laboratory (LNEC), Lisbon (Portugal).
Ulrich Mitzlaff: violoncello. Paula Freire: footprints and construction steel.
Cover photo by Pedro Tudela, mastered by Miguel Carvalhais.
@c & Ephraim Wegner live in Freiburg
Next Monday, June 20, Ephraim Wegner and @c (Pedro Tudela and Miguel Carvalhais) will perform in Freiburg, at E-Werk. This concert is a part of the Freispiel series of performances.
Starts at 8:30PM, more info at ewerk-freiburg